Sono tornata, finalmente, a casa: non mi sembra vero, dopo un mese e 8 giorni di assenza e non per motivi belli o piacevoli, purtroppo…
Come molti di voi già sapranno, mia madre ha subito un delicato intervento chirurgico, è andato tutto bene, grazie a Dio, anche se dovrà continuare a fare i controlli…
Questo mese è stato lungo e difficile, pieno di stress, preoccupazione, notizie che si susseguivano, viavai dall’ospedale, lacrime e sorrisi, ma la cosa più bella in assoluto che mi è capitata e che voglio raccontarvi è la visita a San Riccardo Pampuri, nella chiesetta di Trivolzio…
Una sera, non so neanche come, mi ritrovo a parlare, con mia cugina Agata, di questo Santo lei mi dice che la sua piccola peste, Riccardo, si chiama così proprio per S. Riccardo Pampuri e mi racconta un aneddoto che le era successo.
Io le dico subito che conosco anche io questo Santo, che Angelo me ne aveva parlato tanto e che avrei tanto voluto andarlo a visitare. Lei, quella sera, mi promette che mi ci porterà. Da allora ho sempre custodito questo desiderio ardente nel mio cuore. Decidiamo di andarci il 13 di dicembre, giorno di S. Lucia, giorno del mio onomastico. Peccato che, però, il 12 dicembre, sentiamo le previsioni di sera e dicono che il giorno dopo ci sarebbero stati 30 cm di neve…
Mi rattristo molto e dico a mia cugina: “Beh, si vede che non è proprio destino, S. Riccardo non ci vuole!!!”. Lei, sorridendo, mi dice: “Vedrai che ci andremo!!! San Riccardo è un santo potente ed è un santo che ti chiama sempre, se tu hai questo desiderio di andarlo a trovare è lui che ti chiama e ci andremo, abbi fede!!!”.
Il mattino dopo, portiamo i bimbi all’asilo e ci prepariamo per partire: S. Riccardo ci chiamava e ci aspettava!!!! Abbiamo fatto un’oretta di strada, con un freddo gelido che trapassava le ossa, ma non ha nevicato.
Arriviamo a Trivolzio, un piccolissimo paesino sperduto, con poche case e molte anche diroccate, vicino alla chiesetta di S. Riccardo. Entriamo prima in chiesa e mia cugina mi spiega che le spoglie di S. Riccardo, si trovavano prima sulla sinistra dell’altare, dove ora sorgerà il presepe, mentre S. Riccardo, ora, era in una cappellina accanto alla chiesa.
Tutto era così povero, così semplice e lui lì!!!! Mi aveva cercato, mi aveva chiamato, mi aveva voluto ed io, ora, ero lì davanti a lui.
Mi viene così difficile esprimere a parole cos’ha significato per me quell’incontro con S.Riccardo: era come arrivare ad un appuntamento preso e programmato da tempo. Ho provato un’emozione così forte che non riuscivo a trattenere le lacrime. Mi sono seduta lì, al primo banco, con mia cugina e contemplavo questo grande santo, così normale, così povero, così umile, ma allo stesso tempo così immenso.
Ho recitato il rosario con mia cugina senza smettere un attimo di piangere e mi sono tornare in mente le parole di un sacerdote che, tempo fa, mi disse: “Il pianto è un dono dello Spirito Santo!” ed io, quel giorno, di doni ne avevo ricevuti così tanti.
Confidavo a mia cugina, davanti a S. Riccardo, che quando Angelo me ne parlava, io sentivo questo santo molto lontano e mai, in vita mia, avrei pensato di venirlo a visitare, era da tutt’altra parte rispetto a dove vivo io e non potevo credere che, in quel momento, invece, io ero proprio di fronte lui.
Sentivo una gratitudine immensa dentro di me, sentivo che il cuore poteva esplodermi di gioia da un momento all’altro e tuttora, se ripenso, a quell’emozione, sento un sussulto nella schiena.
Prima di andar via, mi avvicino al lezionario, per leggere la parola del giorno e sentite un po’ cosa mi ha sussurrato Dio, per mezzo del profeta Isaia, proprio a me, proprio in quel giorno e proprio alla presenza di S. Riccardo Pampuri:
“Dal libro del profeta Isaìa
Io sono il Signore, tuo Dio,
che ti tengo per la destra
e ti dico: «Non temere, io ti vengo in aiuto».
Non temere, vermiciattolo di Giacobbe,
larva d’Israele;
io vengo in tuo aiuto – oràcolo del Signore –,
tuo redentore è il Santo d’Israele.
Ecco, ti rendo come una trebbia acuminata, nuova,
munita di molte punte;
tu trebbierai i monti e li stritolerai,
ridurrai i colli in pula.
Li vaglierai e il vento li porterà via,
il turbine li disperderà.
Tu, invece, gioirai nel Signore,
ti vanterai del Santo d’Israele.
I miseri e i poveri cercano acqua ma non c’è;
la loro lingua è riarsa per la sete.
Io, il Signore, risponderò loro,
io, Dio d’Israele, non li abbandonerò.
Farò scaturire fiumi su brulle colline,
fontane in mezzo alle valli;
cambierò il deserto in un lago d’acqua,
la terra arida in zona di sorgenti.
Nel deserto pianterò cedri,
acacie, mirti e ulivi;
nella steppa porrò cipressi,
olmi e abeti;
perché vedano e sappiano,
considerino e comprendano a un tempo
che questo ha fatto la mano del Signore,
lo ha creato il Santo d’Israele.”
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