Ci siamo…

viaggio
Ebbene sì, ci siamo!!!
Il momento tanto atteso è, finalmente, arrivato: certo, non mi aspettavo che fosse così repentino, ma prima o poi doveva accadere…
Come molti di voi già sanno, non è un periodo particolarmente brillante per me, non ho né la forza né la voglia di vivere “avventure”, eppure la vita è così: ti mette sempre con le spalle al muro e, alla fine, ti spinge sempre dove vuole lei e tu, volente o nolente, sei costretta ad alzare le vele e seguire il vento…
E così, si parte: venerdì mattina darò questa nuova svolta alla mia vita, mi armerò di tanto coraggio, di tanta forza e di tanti, tanti, tantissimi, infiniti, enormi bagagli e partirò per Pescara…
Come al solito, sarò costretta a fare tutto di fretta, senza avere neppure il tempo di pensare, di riorganizzare le idee, senza aver potuto neanche cercare casa!!!!
E sì, perché all’uni hanno avuto la splendida idea di comunicarci solo ieri che l’inizio dei corsi è previsto per lunedì 4 febbraio e, non godendo io del teletrasporto, dovrò andare lì un po’ alla cieca, con una manciata di speranza (quel poco che mi è rimasta, visto che le mie scorte, ultimamente, sono sempre al minimo) di riuscire a trovare un appartamento entro il fine settimana!!!!
Che ne dite????
Vi va di incrociare le dita per me???
E che, anche stavolta, Dio me la mandi buona!!!!

Da “Le lettere di Berlicche”

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Non so se avete mai letto questo libro di Lewis, Le lettere di Berlicche: sono delle lettere che Berlicche, diavolo-tutor, scrive a suo nipote, Malacoda, diavoletto che sta imparando dallo zio i metodi per tentare la persona che gli è stata assegnata per “strapparla” a Gesù, denominato “Nemico” ed assicurarla per sempre a Satana, chiamato “il Nostro Padre Laggiù”.
E’ un libricino davvero molto interessante: l’ho sentito nominare, per la prima volta, da Mons. Giovanni D’Ercole in un’omelia fatta in occasione della festa di Maria SS. Del Soccorso, nostra patrona.
Mi è stato regalato dalla mia amica Maria Teresa l’anno scorso a Natale e non lo avevo ancora preso in mano, forse perché non era giunto il momento e poiché credo che, spesso, non siamo noi a scegliere i libri, ma sono loro che ci scelgono, ecco che voglio condividere con voi degli estratti che sento direttamente rivolti a me, in questo periodo. Sono certa che Lucetta concorderà pienamente e, leggendo, sorriderà, pensando: “Vedi, piccola mia, te lo dicevo io….”

Per la prima volta nella tua carriera hai assaggiato quel vino che è la ricompensa di tutte le nostre fatiche – l’angoscia e lo smarrimento di un’anima umana – e t’è andato alla testa. (…) L’immediato terrore e la sofferenza immediata degli esseri umani è un ristoro legittimo e piacevole per le miriadi dei nostri affaticati lavoratori. (…) Il Nemico ci permette di scorgere la breve sofferenza dei suoi favoriti soltanto per farci struggere e per tormentarci. (…)

Non v’è nulla che equivalga alla sospensione e all’ansietà per barricare la mente di un essere umano contro il Nemico. Egli vuole uomini che si preoccupino di ciò che fanno: nostro compito è invece di farli pensare sempre a ciò che capiterà loro. (…)

Gli esseri umani sono anfibi – mezzo spirito e mezzo animale. (…) Perciò la cosa che più li avvicina alla costanza è l’ondulazione – cioè il ripetuto ritorno a un livello dal quale ripetutamente si allontanano, una serie di depressioni e di elevazioni. (…) Per decidere quale sia il miglior uso che ne puoi fare, devi chiederti qual è l’uso che desidera farne il Nemico, e poi agire all’opposto. Ora, può essere per te una sorpresa venire a sapere che nei suoi sforzi di impossessarsi per sempre di un’anima, Egli si basa sulle depressioni ancor più che sulle elevazioni. Alcuni dei suoi speciali favoriti sono passati attraverso depressioni più lunghe e più profonde di qualsiasi altro. (…) Egli vuole proprio riempire l’universo di un quantità di nauseanti piccole imitazioni di Se stesso – creature in cui la vita, in miniatura, sarà qualitativamente come la Sua, non perché Egli li assorbirà, ma perché le loro volontà si conformeranno liberamente alla Sua. (…) Le metterà in moto con comunicazioni della Sua presenza che, quantunque deboli, sembrano grandi per esse, con emozioni dolci, e facendole superare facilmente le tentazioni. Ma non permette mai che questo stato di cose duri a lungo. Presto o tardi ritira, non di fatto, ma dalla loro esperienza consapevole, tutti i sostegni e gli incentivi. Lascia che la creatura stia in piedi sulle sue stesse gambe – a compiere puramente con la volontà doveri che hanno perduto ogni gusto. È durante tali periodi di elevazione, che la creatura diventa di quel genere che Egli desidera che sia. Donde le preghiere offerte in uno stato di aridità sono quelle che più gli sono gradite. (…) Egli vuole che essi imparino a camminare, e perciò deve tirar via la mano; e purchè ci sia veramente la volontà di camminare, Egli sembra gradire perfino il loro inciampare. (…)“.

I morti miei

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Aprendo la posta, trovo una notifica che mi chiedeva di approvare un commento: tutta contenta vado a leggere il suddetto commento e trovo questa frase: “I morti tuoi”.
Non vi nego che ci sono rimasta malissimo, non tanto per il fatto di non aver trovato nel commentatore un possibile lettore del mio blog, né per il fatto di non aver trovato un bel commento lungo, denso, sostanzioso, di quelli che piacciono a me, quanto proprio per la frase in sé che ritengo altamente offensiva, indelicata, pregna di un’insensibilità capace di lasciarti senza parole.
Il “simpatico” commentatore era un non meglio identificato “francesco”, scritto pure in minuscolo, vista la piccolezza della sua personalità e della sua anima ed il commento era al post “Voglia di pace”.
Ora mi chiedo cosa c’entrasse quest’affermazione con tutto il post.
L’ho letto e riletto, chiedendomi cosa avesse potuto ispirare una reazione del genere in chi lo ha commentato…
Cosa c’entrano i miei morti e cosa ne sa lui del dolore che c’è dietro quelle morti?
La gente davvero non ha niente da fare, niente da dire, niente da comunicare se non sensazioni altamente negative e capaci di rovinarti una piacevole serata in cui cerchi di rilassarti, in un modo o in un altro.
Che tristezza!!!!
E pensare che possiamo sempre scegliere se essere luce o ombra ed è assurdo che certa gente opti sempre per l’ombra e l’oscurità…

Confusione

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“Cosa vuoi che sia,
passa tutto quanto,
solo un po’ di tempo e ci riderai su.
Cosa vuoi che sia,
ci sei solo dentro,
pagati il tuo conto e pensaci tu”.

 
Così recita Ligabue nel ritornello di una delle sue canzoni ed io penso che si addica perfettamente allo stato d’animo che ho io in questo periodo.
Ho come l’impressione di vivere sospesa: da quando sono tornata da Milano, mi sento sempre così strana. Mi sento un’estranea nella mia terra e tra la mia gente, mi sento stanca, confusa. E’ come se avessi sempre la testa in aria e vivo sensazioni, spesso, contrastanti.
A volte sono felice anche per un nonnulla, altre mi ritrovo improvvisamente triste e con i lacrimoni che scendono.
Non mi va di uscire, di vedere gente, vorrei starmene in silenzio, per conto mio. Vorrei dormire e riposare, finalmente, tranquilla ed in pace, senza nessun pensiero, senza nessun dolore.
Penso di non aver ancora smaltito lo stress accumulato nei mesi passati e penso che qualcosa sia cambiato per sempre dentro di me: è come se avessi preso le distanze da tante cose, come se mi fossi costruita un guscio tutto mio in cui trovare rifugio e dove non voglio far entrare nessuno e dove, spesso, preferisco non entrare neanche io, continuando così a vivere superficialmente, evitando di andare a fondo nelle cose, rimandando ogni cosa ad un momento più propizio o affidando tutto semplicemente al tempo.
Ora non ho la forza né la voglia di scendere in profondità per capire cosa sto vivendo, cosa mi stia succedendo, che tipo di emozioni e sensazioni abitano il mio interno…
Non ce la faccio, non ora, e così mi ripeto:

 
“cosa vuoi che sia,
passa tutto quanto,
solo un po’ di tempo e ci riderai su.
Cosa vuoi che sia,
ci sei solo dentro,
pagati il tuo conto e pensaci tu”.

Suor Enrichetta Alfieri

Suor Enrichetta
Chi è costei? – vi chiederete…
E’ una suora che è stata dichiarata Venerabile il 19 dicembre 2009 e che io ho conosciuto da poco…
Durante la degenza di mia mamma in ospedale, lei ha cambiato numerose “compagne di stanza”, tra cui c’è stata una suora, suor Pia di 87 anni.
Devo dire che è stata una conoscenza, per me, illuminante, perché mi ha fatto capire che il Signore non perde mai nessuna occasione per farti dei doni preziosi.
Ho fatto lunghe discussioni con questa suora quando andavo a trovare mamma e si è creato un tale legame che, prima di andare via, ha voluto il nostro numero di telefono ed abbiamo continuato a sentirci e ci sentiamo tuttora.
Suor Pia ha dovuto fare la chemio e tutte le volte che andava in ospedale, insieme a suor Agnese, andava a trovare mia mamma ed il giorno in cui è stata operata, il 30 novembre, loro si sono raccolte in preghiera con tutta la congregazione per pregare per lei e le loro preghiere sono state ampiamente ascoltate, viste le reazioni che ha avuto mia mamma ed i suoi tempi di ripresa.
L’ultima volta che ho incrociato le suore fisicamente in ospedale, mi hanno dato un libricino piccolo piccolo sulla vita di suor Enrichetta Alfieri.
Stamattina stavo guardando un programma sulla Rai e c’era la testimonianza di una giovane mamma. Lei ha raccontati che quando aveva 18 anni, le era stato diagnosticato un tumore e le avevano detto che avrebbe avuto solo pochi mesi da vivere. Poi, le suore della carità (le stesse conosciute da me), si sono raccolte in preghiera per lei. E’ stata sottoposta ad un ciclo continuo di chemio, durato 3 giorni di seguito, nel frattempo le hanno fatto avere delle immaginette di suor Enrichetta Alfieri e, per sua intercessione, è completamente guarita.
Appena ho visto la foto di suor Enrichetta, l’ho subito riconosciuta ed ho chiamato suor Pia per raccontarle questa cosa, poi mi ha passato suor Agnese e lei mi ha detto che quella donna ora lavora con loro e, a dispetto di quanto le avevano detto i medici, ha due bimbi meravigliosi ed è la testimonianza che il Signore è grande e che la preghiera ha davvero una forza tale da poter spostare le montagne.

Sono già 35

Cari amici, non è il caso di mettermi a scrivere un papello sul giorno del mio compleanno: oggi voglio festeggiare regalandomi il post che Sergio mi ha dedicato…
Lo condivido volentieri con voi, sperando di riuscire a fare un corretto reblog, sapete, l’età avanza e non sono molto pratica…
Un abbraccio e grazie a tutti di essermi sempre accanto…
Vi voglio bene… ♥

Auguri…

buon-2013
…ti auguro di credere sempre nei tuoi sogni, perché senza saresti vuota
…ti auguro di non tradire mai te stessa, perché lontana dalla tua verità l’esistenza perde di senso
…ti auguro di credere sempre nell’amore, perché se dici “basta” dentro di te qualcosa muore
…ti auguro di non dimenticare mai gli altri, anche se la vita è difficile, perché ciascuno di loro è un pezzetto di te stessa
…ti auguro di continuare a ridere, ballare, saltare, cantare anche se non ce n’è motivo, anche se le giornate sono piene di problemi, perché senza la gioia la vita diventa piatta e grigia
…ti auguro di guardare il mondo attraverso il contatto con la tua interiorità, perché solo così puoi vedere la realtà nella sua essenza
… ti auguro di lasciare spazio nel tuo cuore per il perdono, perché senza di esso si trasforma in pietra
… ti auguro di mantenere sempre la porta aperta alla passione, per vivere con intensità ogni piccola cosa
… ti auguro di portare sempre con te il rispetto, perché senza di esso è facile calpestare chi ci è vicino
… ti auguro di amare gli altri ma di non dimenticarti che anche tu meriti amore
… ti auguro di toccare le corde della spiritualità e di suonarle nella tua vita
… ti auguro di essere sempre te stessa, di seguire la voce della tua anima… perché lontana da essa la vita perde colore.
(Simona Oberhammer)