Perdonatemi, amici, se approfitto delle vostre conoscenze per cercare di capire cosa mi stia succedendo…
Vi racconterò la mia nuova avventura notturna, non contenta di quella della scorsa notte, stavolta niente insetti o animali strani, ma tutto ugualmente inquietante, almeno per me che lo vivevo in prima persona:
Ero insieme alle mie amiche, eravamo andate a fare un’escursione, non so dove in realtà, ma ricordo che finchè ero con loro riuscivo a percepire i colori intorno a me, era giorno e c’era molto verde…. Ci eravamo riproposte di fare una camminata in un parco in un paese ad una decina di km dal nostro (totalmente inventato perchè lì non ci sono parchi) e stavamo girovagando nel prato, poi io sbaglio strada, mentre loro tre rimangono unite e continuano nel loro cammino, io chiedo loro di aspettarmi perchè dovevo rifare la strada al contrario per arrivare da loro, loro mi guardano e proseguono…
La strada che devo rifare al contrario, però, sembra infinita e perdo un sacco di tempo, devo arrampicarmi, salire dei gradini altissimi, lo faccio traballando, aggrappandomi all’erba per evitare di cadere e quando ritorno nuovamente su loro non ci sono più, sono sparite….
Mi ritrovo ad attraversare un ponte, ce n’è anche un altro parallelo, io lo guardo e mi chiedo che senso avesse costruirne due quasi attaccati tra di loro, sotto scorre acqua melmosa, verdognola e piena di muschio, vedo bambini, gente intorno, ma io sono sola e mi sento come se non avessi nessuno intorno…
Improvvisamente i colori spariscono e scende la sera che presto si trasforma in notte ed io ho tutta quella strada da percorrere da sola, a piedi, non ho neanche il telefono dietro ed una grande angoscia mi assale…
Cammino e mi ritrovo nel paesino dove dovrebbe esserci stato il parco, mi guardo intorno e non c’è nessuno: salgo delle scale ed arrivo in una strada altrettanto buia e deserta, vedo in lontananza il Calvario, proseguo e ad un certo punto ho come la sensazione di star masticando qualcosa, forse delle prugne secche, ma il boccone diventa così grosso e stopposo che non riesco nè a mandarlo giù nè a sputarlo, mi sento soffocare e provo a tirarlo via dalla bocca con le mani: riesco a tirarne un pò fuori e sembra lana, ciuffetti di lana che si sfilaccia; ne tiro fuori solo poca, il resto sparisce non so come: io non la ingoio, nè la sputo, ma non c’è più…
Inizio a sperare di trovare il parroco del paese, mio amico, per chiedergli un passaggio, ma non lo vedo in nessun posto e mi ritrovo ad avanzare in una strada ancora diversa. Stavolta questa è stretta, ma sia su un lato che sull’altro vedo gente ammalata, nel letto, sulle sedie a rotelle, storpi: dentro di me so che tutti sono ammalati di cancro. Li guardo non so se con pietà o con disprezzo o con paura e mi sveglio…
Anche per oggi sono fuori dall’incubo!!!!
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