Analisi del 2014

I folletti delle statistiche di WordPress.com hanno preparato un rapporto annuale 2014 per questo blog.

Ecco un estratto:

La sala concerti del teatro dell’opera di Sydney contiene 2.700 spettatori. Questo blog è stato visitato circa 16.000 volte in 2014. Se fosse un concerto al teatro dell’opera di Sydney, servirebbero circa 6 spettacoli con tutto esaurito per permettere a così tante persone di vederlo.

Clicca qui per vedere il rapporto completo.

Virtù eroiche

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Mi sono sempre chiesta cosa fossero davvero, concretamente queste virtù eroiche…

Sì, certo, avrei potuto fare una ricerca su internet, ma ho preferito rispondere a questa domanda, in base a ciò che sento io e lo voglio fare parlandovi della mamma di un mio caro amico, di un amico fraterno, Nicola, che ci ha lasciato l’altro ieri…

Lei si chiamava Rosetta…

Ha sofferto molto nella sua vita, per varie vicissitudini e, da due anni a questa parte si era ammalata di tumore. Tutto questo, però, non è bastato a spegnere il suo splendido sorriso…

Ha sempre affrontato la sua vita con grinta e coraggio, superando le difficoltà con fiducia nel domani, non si è mai arresa, non ha mai imprecato, mai recriminato, non si è mai lamentata per la sua condizione, non si è mai chiusa, non si è mai ripiegata su se stessa, ma ha accettato pienamente la volontà di Dio, avendo sempre un occhio proteso verso l’altro…

Durante il periodo della malattia, non ha mai trascurato di prendere il telefono per chiamare mia madre, (che stava meglio di lei): “Buona sera signora, sono la mamma di Nicola, come state?”

Così iniziavano le sue telefonate… Si preoccupava per mia mamma, per noi… E ti telefonava non per dovere, non perché doveva farlo, ma perché aveva piacere di sentirti, di sapere che stavi bene e lo si leggeva dal tono della sua voce, una voce piccola, flebile, sottile, cortese, dolcissima…

E poi, ancora… “A Nicola mio, vedo che il garage di Danilo è aperto, di certo starà facendo qualche lavoro, vai a dargli una mano…

Noi abitiamo di fronte, se così si può dire… Le nostre case sono lontane, ma in linea d’aria siamo vicinissimi: lei dalla sua vetrata si rendeva conto che mio fratello avrebbe potuto aver bisogno d’aiuto e, allora, mandava il figlio qui da noi a vedere se avevamo necessità di qualcosa, rinunciando lei stessa ad averlo in casa se mai avesse avuto bisogno lei…

E ancora, nell’ultimo periodo della sua malattia, quello più brutto, quello più duro, quello più atroce, quando si trovava in ospedale, io sono andata a trovarla con mio fratello una sera e non stava bene: per la prima volta non ce l’ha fatta a sorriderci e, così, sono andata via molto triste e preoccupata… Lei lo avrà percepito e il giorno dopo ha chiesto a Nicola di chiamare mio fratello: “Nicola, chiama Danilo e digli di dire a Deborath che oggi sto meglio, di non preoccuparsi!!!

Pur nella sua grande sofferenza, lei si preoccupava per me…

Non voleva dare disturbo, non voleva che gli altri si preoccupassero o soffrissero per lei, ha vissuto la sua malattia con quella serena discrezione che ha caratterizzato tutta la sua vita…

Ha vissuto, gli ultimi giorni, in attesa di vedere la nipotina e ce l’ha fatta: è riuscita a conoscerla e a stare con lei per un’ora soltanto… Le ha dato, però, in quella singola ora, tutto l’amore di cui era capace, ha concentrato in un’ora tutto l’amore di una vita intera…

Io voglio ricordarla come l’ho vista una sera dell’anno scorso sulla spiaggia, con quell’espressione di una ragazzina gioiosa, anche se stava già male… se penso a lei oggi, la rivedo così: col viso sereno e disteso, ancora in carne, senza una minima ruga, con gli occhi allegri e vispi, ma profondi ed introspettivi, con il sorriso accogliente di chi sa vivere giorno per giorno le piccole gioie del momento, con le movenze soavi, con le gambe affusolate e quel suo modo gentile di reggersi la testa con una mano mentre parlava dolcemente con noi… Sembrava eterea, già allora si vedeva che era ad un livello nettamente superiore al nostro…

Ricordandovi così, vi saluto, piccola grande signora Rosetta, in attesa di potervi, finalmente riabbracciare e di poter prendere ancora forza dal vostro meraviglioso sorriso…

Grazie per l’esempio che avete lasciato a tutti noi che vi abbiamo conosciuto e amato e che ora sentiamo così forte la vostra mancanza…