Nel corso della nostra vita abbiamo incontrato innumerevoli persone: alcune di esse le abbiamo solo sfiorate per un istante, altre frequentate per breve tempo, altre per un periodo più lungo.
Tra di esse ve ne sono alcune che hanno lasciato un segno profondo dentro di noi e che, probabilmente, non dimenticheremo mai per quello che ci hanno dato, per ciò che hanno significato per noi, per quello che sono state e per il posto che hanno occupato nel nostro cuore.
Con alcune ci si perde di vista, ma se esse appartengono alla categoria descritta sopra, rimangono per noi indelebili e costruiamo, volontariamente o meno, un’immagine di esse magnifica, stupenda, irraggiungibile e che non può essere scalfita da niente e da nessuno.
Iniziamo a fantasticarci su, a rivivere determinati momenti trascorsi insieme, a ripensare a tante frasi, a tante battute, a tante risate, a scambi anche, a volte, intensi e profondi di emozioni belle e brutte che siano, ma pur sempre condivise.
Si finisce che, custodendo questi ricordi per noi preziosi, abbiamo una percezione diversa del tempo e dello spazio: è come se le cose si siano fermate lì dove le abbiamo lasciate, così come le abbiamo lasciate e non consideriamo che la vita va avanti, che si fanno nuove esperienze, che si cambiano i posti e le persone frequentate, che le persone stesse, che ci sembrava di conoscere così bene e che credevamo appartenessero alla nostra vita così come noi speravamo di appartenere alla loro, in realtà, sono cambiate, non sono più le stesse, non hanno più di noi lo stesso concetto, la stessa stima e non vogliono più avere con noi neppure lo stesso rapporto…
E’ qui che qualcosa comincia, inevitabilmente, a scricchiolare, perché mentre noi le cerchiamo come il pane, ci accorgiamo di una freddezza assurda che non riusciamo a spiegarci, ci rendiamo conto della loro finta cortesia, dei loro sorrisi di circostanza, del loro cercare di essere carini con noi, solo per l’imbarazzo di dirci che siamo di troppo nella loro vita ormai, che non siamo più graditi, che sì, ci sarà pur stato un bel rapporto in passato, ma che, ora, il passato è passato e li offendiamo e ci comportiamo male se cerchiamo di capire il perché veniamo trattati con distacco, se cerchiamo di farci dire chiaramente che stiamo disturbando.
Ed è qui che crolla il mito!!!
Allora ci accorgiamo che la verità, detta in modo schietto e, forse, anche brusco, fa male e le persone da noi idealizzate si sentono in dovere di rimettere le cose a posto, dividendole perfettamente con dei paletti che segnano un confine netto: noi di qua, al nostro posto, loro di là, al loro, redarguendoci anche, come si fa con i bambini piccoli beccati a disubbidire.
In quello stesso istante scopriamo la loro vera natura, ci scontriamo con la realtà che farà pur male, che distruggerà pure l’immagine idilliaca e perfetta di chi credevamo di conoscere a fondo, che ci fa sentire una gran tranvata in piena faccia, ma che ci fa svegliare dal torpore, ci fa uscire da un gorgo che ci imprigionava, che incatenava i nostri pensieri e i nostri sensi ad un’immagine che solo – e dico solo – la nostra mente aveva creato, ma che, in realtà, non è mai esistita…
Viene fuori quel qualcuno che avevamo idealizzato e che, inevitabilmente, in quanto ideale era sempre migliore di qualunque essere reale, avendo quest’ultimo un corpo e non essendo privo di difetti.
Allora ringrazi Dio per averti aperto gli occhi e liberato da quel senso d’angoscia che ti procurava l’aspettare che, prima o poi, ci fosse un messaggio, una mail, un incontro, una conversazione, un caffè insieme…
Ringrazi di vivere la tua vita, che anche se non è idilliaca, come la desideri, è la tua vita vera, fatta di persone vere, vive e presenti. Persone che ami e che ti amano, che ti danno il calore necessario per affrontare tutte le tempeste della vita…
I miti????
Beh, sfatiamoli lì dov’è possibile proprio per riuscire a riflettere di più sul valore della nostra persona, sull’importanza del nostro tempo e sul fatto che non bisogna sprecarlo rincorrendo stupide ed inutili chimere.
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