“Siamo arrivati!”


“Siamo arrivati!”. E’ con queste telegrafiche parole che Vito mi ha salutato, mentre io ero in piedi sull’uscio di casa sua, a recitare un Eterno Riposo alla sua vecchia madre.
Non sono riuscita a trattenere le lacrime, non tanto per la signora anziana, che, sono certa, dormiva il sonno eterno fisicamente, ma si trovava già al cospetto di Dio, quanto, piuttosto, per Vito.
Lui è rimasto solo, ora, su questa terra. Quando muore l’ultimo dei tuoi genitori, rimani, inevitabilmente, solo quaggiù!!!
Non importa se ci sono sorelle o fratelli: se non sei sposato, sei solo!!!!
La mamma di Vito era la sua vita: sì, era anziana, era acciaccata, era ammalata; sì, lo legava molto, è vero, le doveva stare sempre dietro, doveva darle 1000 pillole al giorno, per cui doveva sempre trovarsi nei paraggi, ma era la sua vita!!!!
L’ha accudita sempre, con un amore immenso, come solo lui è capace di fare. E, per una volta, posso chiaramente affermare che l’Amore è totalmente capace di ribaltare anche i proverbi.
Da noi, infatti, si dice: “Una mamma fa per 100 figli, ma 100 figli non fanno per una mamma”. Bene: questo proverbio vale per tutti, ma non per lui, non per Vito, il cui amore sarebbe in grado di fare anche per 100 mamme.
L’ho guardato, ad un certo punto, con la coda dell’occhio: l’ho visto piangere, solo un momento, ed ho percepito chiaramente e profondamente tutta la sua sofferenza ed il suo senso di vuoto. Avrei voluto sollevare un po’ di quel peso sul suo cuore, ma non era in mio potere, così mi sono solo limitata a stringerlo in un timido abbraccio.

Lacrime


La lacrima è una carezza che concedi a te stessa, è un’emozione vissuta, è un tirare fuori un pò di sè , è un pezzetto di cuore che viene fuori dagli occhi.

Chi sono io?

Sensibilità diverse

I due orfani – G. Pascoli

Fratello, ti dò noia ora, se parlo?»
«Parla: non posso prender sonno». «Io sento
rodere, appena…» «Sarà forse un tarlo…»
«Fratello, l’hai sentito ora un lamento
lungo, nel buio?» «Sarà forse un cane…»
«C’è gente all’uscio…» «Sarà forse il vento…»
«Odo due voci piane piane piane…»
«Forse è la pioggia che vien giù bel bello».
«Senti quei tocchi?» «Sono le campane».
«Suonano a morto? suonano a martello?»
«Forse…» «Ho paura…» «Anch’io».
«Credo che tuoni:
come faremo?» «Non lo so, fratello:
stammi vicino: stiamo in pace: buoni».

«Io parlo ancora, se tu sei contento.
Ricordi, quando per la serratura
veniva lume?» «Ed ora il lume è spento».
«Anche a que’ tempi noi s’aveva paura:
sì, ma non tanta». «Or nulla ci conforta,
e siamo soli nella notte oscura».
«Essa era là, di là di quella porta;
e se n’udiva un mormorìo fugace,
di quando in quando».
«Ed or la mamma è morta».
«Ricordi? Allora non si stava in pace
tanto, tra noi…» «Noi siamo ora più buoni…»
«ora che non c’è più chi si compiace
di noi…» «che non c’è più chi ci perdoni».

Facevo la IV elementare, quando la mia maestra ci dettò questa poesia di Giovanni Pascoli e ce la diede da imparare a memoria (bei tempi quelli in cui si studiava ancora così…)
Ricordo che lo scrivere sotto dettatura questi versi mi aveva particolarmente turbato…
Una volta a casa, mi trovai a tu per tu con il mio quadernino e con quelle parole da leggere, da memorizzare, da visualizzare, come facevo sempre per omparare qualcosa e fissarla nella mia mente…
E quelle parole mi risuonavano dentro, rimbombavano come una palla che sbatteva all’impazzata da una parte all’altra del mio cuore…
Mi identificavo con uno di quegli orfani, (o, forse, con entrambi), avevo circa 9 anni, leggevo, imparavo a memoria, ripetevo singhiozzando: già, non riuscivo a far a meno di piangere…
Piangevo lacrime amare, sentite, disperate, condivise…
Ripetevo ad alta voce e vedevo perfettamente la scena, c’ero anch’io in quella scena…
Il loro dolore, la loro tristezza era la mia!!!!
La maestra mi chiese, il giorno dopo, quella poesia: non potei recitarla senza piangere…
Lei disse: “L’ho sempre assegnata questa poesia in tutta la mia carriera! Non mi era mai successa una cosa del genere!!! Perdonami, non avrei mai voluto urtare la tua sensibilità; ti prometto che, da ora in poi, non la farò studiare mai più, a nessuno!”
Lei era rimasta sconvolta dalla sofferenza che questi versi mi procuravano e non voleva che nessun bambino la dovesse più provare a causa sua…
Ricordo a memoria tante poesie studiate alle elementari, ma assolutamente non riesco a ricordare questa a memoria e tuttora, quando la leggo, non riesco a non provare le stesse sensazioni di quando ero bambina…

Promemoria

“Com’è imbarazzante aver voluto imporre a qualcuno i miei desideri, pur sapendo che i tempi non erano maturi e la persona non era pronta, anche se quella persona ero io. Oggi so che questo si chiama “rispetto”.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di desiderare un’altra vita e mi sono accorto che tutto ciò che mi circonda è un invito a crescere. Oggi so che questo si chiama “maturità”…
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito di trovarmi sempre ed in ogni occasione al posto giusto nel momento giusto e che tutto quello che succede va bene. Da allora ho potuto stare tranquillo. Oggi so che questo si chiama “stare in pace con se stessi”.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di privarmi del mio tempo libero e di concepire progetti grandiosi per il futuro. Oggi faccio solo ciò che mi procura gioia e divertimento, ciò che amo e che mi fa ridere, a modo mio e con i miei ritmi. Oggi so che questo si chiama “sincerità”.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono liberato di tutto ciò che non mi faceva del bene: persone, cose, situazioni e tutto ciò che mi tirava verso il basso allontanandomi da me stesso… all’inizio lo chiamavo “sano egoismo”… ma oggi so che questo è “amore di sé”.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di voler avere sempre ragione. E così ho commesso meno errori. Oggi mi sono reso conto che questo si chiama “semplicità”.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono rifiutato di vivere nel passato e di preoccuparmi del mio futuro. Ora vivo di più nel momento presente, in cui tutto ha un luogo. È la mia condizione di vita quotidiana e la chiamo “perfezione”. Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono reso conto che il mio pensiero può rendermi miserabile e malato. Ma quando ho chiamato a raccolta le energie del mio cuore, l’intelletto è diventato un compagno importante. Oggi a questa unione do il nome di “saggezza interiore”.
Non dobbiamo continuare a temere i contrasti, i conflitti e i problemi con noi stessi e con gli altri perché perfino le stelle, a volte, si scontrano fra loro dando origine a nuovi mondi. Oggi so che tutto questo è “la vita”.”
(Charlie Chaplin)

Ricordo


Stamattina mi sveglio con gli occhi sbarrati!!!!
Ero ritornata indietro di 12 anni!!!!!
Ho rivissuto esattamente la scena del momento in cui mio padre ha esalato l’ultimo respiro!!!
Ho rivissuto gli attimi appena prima di serenità (seppur preoccupata) ed il momento stesso… C’erano intorno a me le stesse persone, gli stessi visi, le stesse espressioni e lui lì a fare il suo ultimo, profondissimo respiro…
Aspettavo con ansia il successivo, ma non è arrivato…
Stamattina ho risentito i rumori, le voci, il suo nome, pronunciato da mia madre più e più volte, nel disperato tentativo di riportarlo indietro, come se fosse bastato chiamarlo, chiamarlo, chiamarlo ancora una volta e mio zio che, con un cenno della testa, toccando la mano di mia madre le ha fatto capire di lasciar stare…
Ed io ero lì, muta, irrigidita, spaventata, lì, ferma a guardare!!!!!!
E’ stata una sensazione orribile!!!!
Non è bello viaggiare nel tempo, non lo è se sceglie la tua mente dove fermarsi…
Preferisco rimanere nel presente, ho scelto di essere qui ed oggi, ho scelto di non lasciarmi turbare più di tanto!!!!!
E’ stato, fa parte di me, ci sarà sempre, ma è il mio passato!!!!!
Non tornerà più quel momento, grazie a Dio, non tornerà MAI più!!!!!!!

Coincidenze?

Una telefonata con un caro amico mi ha fatto riflettere su tante cose, ad esempio, la relazione che esiste tra tutto il creato, le creature ed il loro Creatore…
È come se tutto fosse collegato da fili invisibili, ma così forti e resistenti da legarci così tanto tra di noi al punto da farci diventare un’unica grande cosa…
Si parlava, però, di come, nella nostra civiltà occidentale, si sia persa questa consapevolezza: si vede tutto in termini assolutistici e rapportati solo ed unicamente all’io…
Questo io che si rapporta all’io non fa altro che renderci delle piccole isole sperdute… L’uomo non è fatto per essere un’isola, è stato creato perché, insieme agli altri uomini, formasse il corpo di Cristo, perché Cristo fosse tutto in tutti…
Allo stesso modo, l’uomo è stato creato e posto a guardiano di uno splendido giardino: Dio ha creato l’uomo e gli ha affidato tutto il resto del creato perché lo custodisse, lo rispettasse, lo preservasse… Ma, ancora una volta l’uomo, incentrato solo su se stesso, ha deturpato tutta la meraviglia che il nostro Creatore, per amore e solo per amore, aveva così fantasiosamente realizzato…
In ogni caso, che noi lo vogliamo o no, che siamo consapevoli o meno, siamo sempre e comunque tutti strettamente collegati…
Queste strette relazioni esistenti tra Creatore, creato e creature, danno origine a forti energie che ci portano l’uno verso l’altro inconsciamente, inconsapevolmente, ci guidano affinchè possiamo raggiungere le nostre mete, affinchè possiamo essere felici e stare bene con noi stessi e con gli altri, affinchè l’armonia originaria, sempre presente nella Sua mente, possa rispecchiarsi in noi, in ognuno di noi…
Da tempo la mia anima cercava risposte, da tempo era inquieta, da tempo il mio corpo e la mia mente non erano più in armonia… Inconsciamente cercavo qualcuno o qualcosa che già era in viaggio verso di me…
Coincidenze?
Non lo so: io non credo; preferisco pensarla come Coelho: “Quando desideri qualcosa tutto l’universo cospira affinché tu realizzi il tuo desiderio”. (L’Alchimista)